Proiezione del 9/12/2014
TERRA DI MEZZO (1996) di Matteo Garrone
Domani sera Martedì 9/12/2014 alle 21:00 ritorna il Cineforum del CavernClub con il secondo film dedicato al tema del lavoro: “Terra di mezzo” opera prima datata 1996 di Matteo Garrone (il regista dei pluripremiati “l'Imbalsamatore”, ”Gomorra”, “Reality”). Avremmo dovuto vedere un documentario di Vittorio De Seta dal titolo “In Calabria” ma a causa della scarsa qualita del supporto sostituiremo le visioni bucoliche dei mestieri antichi della nostra amata terra, con un'altra ambientazione rurale: la vita stra/ordinaria degli immigrati che vivono (ma sarebbe meglio dire sopravvivono) ai margini nella Capitale del nostro paese. Opera prima, nata come cortometraggio ed estesa successivamente a lungometraggio grazie al premio ricevuto al Sacher Festival (la solita fornitura di pellicola a 35mm). Il film è costituito da tre episodi:
TRAMA
Nel primo Shiloutte viene descritta la vita di un gruppo di prostitute nigeriane in una periferia romana. Il secondo episodio, Euglen & Gerrtian, racconta la vita di un gruppo di giovani albanesi che, come le prostitute di Silhouette, sono in cerca di un lavoro (in nero) sul ciglio della strada. Chiude il film Self Service, l’unico prodotto interamente con l’aiuto della Sacher, triste storia di un egiziano, in Italia da più di vent’anni, che lavora la notte come benzinaio abusivo.
RECENSIONE
Con uno stile tra il documentaristico ed il visionario, il regista ci mostra uno spaccato della società fatto di ultimi al lavoro raccontati intimamente ed in maniera originale. Il lavoro qui, prima ancora che ad autoemanciparsi, serve a sopravvivere. Il tema del film infatti si avvicina di più all'immigrazione ed alla mancata integrazione degli stranieri nel nostro paese.
Garrone come nella migliore tradizione del cinema sociale Italiano punta dritto alla coscienza ed alle contraddizioni del nostro paese. Lo fà senza facili pietismi e moralismi attraverso un racconto fluido e coinvolgente ed a tratti con un tocco poetico. Il clima è decadente ma il degrado è“spezzato” da situazioni comiche e grottesche e talvolta da immagini visivamente piuttosto curate.
La “terra di mezzo” del film è l’Italia, luogo di passaggio di culture differenti in cerca di migliore fortuna. Ottime le scelte musicali in sintonia con i paesi d’origine dei vari protagonisti degli episodi.
Ma la “terra di mezzo” è anche la “strada”, luogo di passaggio e di incontri che il regista sceglie per raccontare queste sue storie: “storie di vite che scorrono, senza lasciare un segno, in un non-luogo, in una terra di nessuno. Di “mezzo”, per l’appunto. “
Vi lascio con le sue stesse parole:
«Mi rendo perfettamente conto che possa dare adito a sospetti il fatto di raccontare una storia di immigrazione e che a farlo sia un ragazzo benestante e borghese. Anch’io, se sentissi di un regista borghese che si mette a raccontare storie di immigrati che fanno fatica a vivere, avrei un po’ di diffidenza. In realtà, poi, ho rivisto a distanza Terra di mezzo e penso vi si possa riconoscere uno sguardo che ho mantenuto nei film successivi, fino all’ultimo. È questo che conta: lo sguardo che hai sulle cose, sulla realtà».
A.T.